Vorrei raccontare una storia, che parte da lontano, una storia che inizia nella notte dei tempi e arriva sino a noi.
Vorrei parlare di artigianato artistico, calandolo in un contesto molto preciso e molto chiaro: la Toscana.
La storia dell’artigianato artistico è la storia della nostra terra, la passione incontenibile per il “saper fare”, per quel bagaglio di conoscenza che si tramanda da generazioni e che da generazioni sa stupire il mondo.
Ma è anche la storia di donne e uomini che hanno il coraggio di portare avanti un lavoro, nonostante le enormi difficoltà che incontrano.
Il futuro degli artigiani dipende dalle misure politiche ed economiche, dalla digitalizzazione e dal commercio elettronico, dal posizionamento e dall’utilizzo dei social network, ma dipende anche dal fatto di saper insegnare alle nuove generazioni a guardare con occhi pieni di bellezza.
Dietro il lavoro artigiano si cela un valore che dobbiamo imparare a riconoscere: è il valore del “fatto a mano”, delle fatica dello studio e delle ore passate sopra ogni progetto.
Ma se si ridà valore alla bellezza del fatto a mano, apprezzando anche le imperfezioni e la diversità fra un oggetto e l’altro, impareremo anche a dare valore alla lentezza e al rispetto per il lavoro.
Il rispetto infatti è riconoscere l’altro nella sua diversità, promuovendo l’incontro fra culture e saperi differenti.
Con orgoglio, quindi, dobbiamo guardare alle migliaia di donne e uomini che ogni giorno aprono la porta del loro laboratorio e cercano di tramandare il proprio sapere, che è un sapere di testa e di mani.
Facciamo in modo che i nostri ragazzi ritornino ad essere orgogliosi di essere “i figli dei figli dei figli di Michelangelo e di Leonardo”.